One page
by Ron Arad, 2024
Concepita seguendo idealmente la modellazione di un unico foglio di carta, One Page è un tributo alla continuità delle forme che esaltano la poetica scultorea di Ron Arad — autore felicemente sospeso tra design e gesto artistico — e l’expertise manifatturiera di Moroso. Il “foglio” si sviluppa su un doppio livello: la struttura portante in poliuretano rigido per la parte esterna e l’imbottitura in poliuretano flessibile per quella interna.
“Esistono grosso modo due tipi di progetti.
Alcuni nascono da un’intuizione e ti portano a chiederti quali siano il materiale, la tecnologia e la manifattura giusti per realizzarla. — spiega Ron Arad — One Page appartiene al secondo gruppo, perché è una poltrona che nasce da una tecnologia e da una serie di possibilità che prima non c’erano. Nello specifico, abbiamo realizzato One Page sfruttando la possibilità di sovrapporre due scocche”.
Il risultato è una poltrona in cui seduta, braccioli e schienale danno vita a un continuum avvolgente che fa a meno di cuscini e imbottiture ed esalta il comfort, tra i principali focus del progetto, come tema della ricerca ergonomica. Il particolare processo di produzione sovrappone una parte stampata morbida e flessibile a una scocca rigida, liberando il comfort dall’imbottitura tradizionale. Un ulteriore livello di sfida riguarda la ricerca del rivestimento, in tessuto o in pelle, che diventa il tramite per trasmettere al tatto e alla vista la bellezza e l’armonia sensoriale della seduta.
Pensata sia per il mercato residenziale sia per il contract, One Page ha una base girevole a cinque razze in alluminio pressofuso ed è disponibile con o senza meccanismo basculante. Il poggiapiedi è realizzato con la stessa tecnologia produttiva, in totale sintonia progettuale con le caratteristiche concettuali e funzionali della poltrona.
Galleria
Ron Arad
Dagli anni ’80 il suo lavoro si pone provocatoriamente al confine tra scultura, architettura e design industriale, con un incessante processo creativo in grado di mescolare tecniche artigianali e avanzate tecnologie industriali. L’uso espressionistico di metalli come l’acciaio e l’alluminio, nell’incontro con Moroso, si è tradotto in sperimentazioni morfologiche nel campo dell’imbottito che hanno dato vita a prodotti divenuti icone del design, come Spring Collection (1991) e Misfits (2007).
Molti dei suoi lavori sono esposti nelle collezioni permanenti del Centre Georges Pompidou di Parigi, del Metropolitan Museum of Art di New York, del Victoria & Albert Museum di Londra e del Vitra Design Museum in Germania.

