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Gruuvelot

by Patricia Urquiola, 2024-2025

Il divano Gruuve si trasforma, evolvendo la sua forma in un’entità viva, un organismo che si sviluppa nello spazio. Escrescenze, protesi, volumi organici si intrecciano alla sua struttura, creando un ecosistema di seduta che invita all’interazione e ridefinisce la relazione tra corpo e oggetto. Non è più solo un arredo, ma un habitat tattile che consente diversi tipi di interazione con il corpo.

Se Gruuve cattura lo spirito libero degli anni ’70 con le sue forme fluide e la modularità dinamica, Gruuvelot ne amplifica la componente sensoriale e simbiotica. Le sue superfici non si limitano ad accogliere, ma sembrano crescere e adattarsi, come se l’oggetto stesso fosse in un continuo stato di mutazione.

A rendere questa metamorfosi ancora più radicale sono i tessuti che avvolgono Gruuvelot: il primo, esposto a Palazzo Bovara nella mostra di Elle Decor Italia Alchemica, è realizzato con una tecnica di stampa a base d’acqua che riduce il consumo idrico del 90% e le emissioni di gas serra dell’80% rispetto ai processi tradizionali. L’altro, visibile nella vetrina del Flagship Moroso di via Pontaccio, è rivestito in Regos, tessuto disegnato da Patricia Urquiola, ispirato alla natura e al concetto di stratificazione.

Il nome deriva da “regolite”, il manto di detriti che ricopre le superfici rocciose, incluso il suolo lunare, e ha radici nel termine greco regos, che significa “mantello”. Questa idea di sovrapposizione e texture si riflette nel design del tessuto, dove toni a contrasto e motivi irregolari creano un effetto organico. Visivamente simile al tweed classico, Regos lo reinterpreta in chiave contemporanea con un effetto “falso unito” ottenuto grazie a una trama bicolore che gioca con il contrasto, evocando il classico motivo sale e pepe. Il pattern grafico, frammentato e poi ricomposto con un leggero disallineamento, rompe la griglia regolare e aggiunge profondità visiva.

Due evoluzioni che non riguarda solo il design, ma anche il modo in cui pensiamo la sostenibilità nel mondo dell’arredo.

Galleria

Patricia Urquiola

Da oltre vent’anni è una delle figure più importanti nel mondo del design contemporaneo e icona della progettazione femminile. Dopo la laurea nel 1989 al Politecnico di Milano con Achille Castiglioni, incontra diverse personalità di spicco che contribuiscono a delineare il suo percorso: Achille Castiglioni, di cui diventa assistente nel corso di disegno industriale, Vico Magistretti, con cui collabora all’interno dell’ufficio sviluppo prodotto di De Padova, Piero Lissoni ed infine Patrizia Moroso. I suoi lavori spaziano dalla creazione di oggetti ad allestimenti, progetti architettura, showroom, alberghi, scenografie e case private.

Molti sui prodotti sono presenti nelle collezioni del MoMA di New York, del Musée des Arts decoratifs di Parigi, del Vitra Design Museum, del Victorian & Albert Museum di Londra e del Museo della Triennale di Milano.

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